L’attività sportiva come strumento rieducativo: al via il progetto “Legalmente Sport”

Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato“. Così recita l’articolo 27 della Costituzione Italiana e proprio in quest’ottica il neo progetto “Legalmente Sport” è pronto a scendere in campo per il recupero e il reinserimento sociale dei detenuti, facendo leva sul valore sociale e pedagogico dello sport.

Lo sport come ponte di riscatto

Un campo da calcio o un impianto sportivo possono rivelarsi come degli strumenti di riscatto e inclusione? La risposta è: sì, al 100%. E’ con questo presupposto che il progetto “Legalmente Sport”, finanziato dal Bando CARCERI di Sport e Salute SpA e realizzato da Istruzione Formazione e Lavoro, OPES, MODAVI e Accademia Togliani, prenderà il via il prossimo 30 agosto, presso la Casa circondariale di Frosinone.

La giornata si aprirà con un momento istituzionale, per proseguire poi con una partita di calcio tra i detenuti e la squadra del Ferentino Calcio che milita nel campionato di Eccellenza. L’obiettivo di un simile appuntamento è duplice: da una parte si prefigge di presentare il progetto; dall’altra, invece, si vuole dimostrare come lo sport possa fungere da veicolo di comunicazione e socializzazione.

OPES, per l’occasione, sarà rappresentata dal vicepresidente Luigi Romani e dal consigliere nazionale Andrea Frateiacci. L’Ente, insieme agli altri partner (Istruzione Formazione e Lavoro APSSSD-ETS, MODAVI aps e Accademia Togliani), porterà all’interno dell’istituto penitenziario un programma di attività sportive e culturali della durata di 18 mesi. Nello specifico, l’iniziativa prevede percorsi settimanali (1 appuntamento di 2 ore ogni 7 giorni) di pallapugno e ginnastica per 24 detenuti, seguiti da tecnici specializzati.

Oltre alle attività fisiche, sono in programma due proiezioni cinematografiche con dibattito sui valori dello sport, che coinvolgeranno fino a 70 destinatari, e un incontro dedicato alle opportunità di volontariato. A conclusione del percorso, OPES rilascerà ai partecipanti più meritevoli un attestato abilitante di primo livello come istruttore nella disciplina praticata, offrendo così ai detenuti una concreta opportunità di reinserimento nel mondo del lavoro, una volta scontata la pena.

Sabato 30 agosto, per il primo appuntamento di “Legalmente Sport”, oltre ai rappresentanti di OPES e alla Direttrice della casa circondariale, Anna Del Villano, interverranno altresì il primo cittadino Riccardo Mastrangeli e il garante per i detenuti della Regione Lazio, Stefano Anastasia, a testimonianza dell’importanza del grande valore dell’iniziativa nel percorso di recupero e reinserimento dei detenuti.

L’impegno di OPES nella battaglia al reinserimento sociale

OPES, ancora una volta, mostra tutta la sua sensibilità per le tematiche sociali legate alle carceri e al recupero dei detenuti attraverso la pratica sportiva. Negli ultimi anni, infatti, l’Ente ha realizzato ad esempio progetti del Servizio Civile Universale, nati con lo stesso obiettivo di “Legalmente”. 

Tra questi, meritano di essere citati come best practiceRugby oltre le sbarre“, realizzato in collaborazione con la Federazione Italiana Rugby, che ha avuto un impatto notevole nelle carceri di Piemonte e Lombardia, e il progetto “Rugby ed inclusione oltre le sbarre a Buenos Aires“, che prenderà il via nel mese di settembre e che sarà svolto nella Capitale argentina da 4 operatori volontari di età compresa fra i 18 e i 28 anni.

Ma l’impegno di OPES non si ferma certo qui: il numero uno dell’ente, Juri Morico, lo scorso 13 giugno, ha recentemente partecipato con entusiasmo alla prima edizione dei Giochi della Speranza, presso l’Istituto penitenziario di Rebibbia. L’evento, andato in scena in occasione del Giubileo degli sportivi, ha riaffermato il valore rieducativo dello sport come strumento capace di abbattere le barriere e accompagnare il reinserimento dei detenuti.

Tornando indietro nel tempo, l’ente ha dato il suo patrocinio anche a Un gol della mia mamma”, un’iniziativa che si è svolta il 13 maggio del 2023. Anche in questo caso da un campo di calcio è stato lanciato un segnale forte e chiaro: sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione delle madri detenute.

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