A tu per tu con il Maestro Maddaloni

Il nostro Alessandro Etzi ha incontrato ed intervistato il Maestro Maddaloni. Di seguito un resoconto della loro lunga chiacchierata.

 

A vedere il Maestro Maddaloni non sembra che la situazione sia difficile per la sua palestra, ma evidentemente è un atteggiamento, un aspetto della sua personalità. “Abbiamo iniziato nel 1992, a Miano, sempre nell’area Nord di Napoli – racconta il Maestro Maddaloni, per tutti ‘O Maé – e già all’epoca chi voleva fare Judo e poteva pagare pagava, chi non poteva veniva lo stesso”. Quei primi passi li ricorda ancora oggi: “Con la vittoria alle Olimpiadi di Sidney 2000 di mio figlio Pino, insieme ad altre decine di successi ottenuti in quegli anni dai nostri atleti, abbiamo avuto supporto e attenzione dalle autorità sportive e locali. Mi proposero una struttura lontano dalla mia periferia e non accettai, per me che ho abitato tanti anni alle Vele era un distacco troppo forte”.

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Nel 2005, con il supporto finanziario di Benetton, si insediano nell’attuale palestra in Viale della Resistenza: “E’ in quegli anni che abbiamo dato un forte impulso alle attività contro il rischio di esclusione sociale, favorendo la presenza dei detenuti con pene alternative alla galera, degli immigrati alloggiati nei centri della zona, dei ragazzini che non andavano a scuola, dei diversamente abili”. Se è orgoglioso dei risultati sportivi, il Maestro Maddaloni lo è molto di più di quelli ad impatto sociale, snocciolando con precisione i numeri dei ragazzini che non delinquono più, di quelli che sono rientrati in percorsi scolastici o lavorativi: “tra 2009 e 2018 abbiamo accolto 180 detenuti, gestiamo la distribuzione di beni primari che ci inviano le Caritas di Volla e Posillipo, favoriamo la partecipazione degli interi nuclei familiari facendo pagare la retta, di € 20,00, solo al capofamiglia, negli ultimi due anni con O.P.E.S. abbiamo sviluppato progetti di Servizio Civile e gestito 10 volontari che per un anno hanno avuto un rimborso economico”.

Un altro pallino del maestro è quello della scuola: “Mi piacerebbe portare il fair play e i valori dello sport in tutte le scuole, favorire la pratica motoria dei giovanissimi che invece negli ultimi anni è stata ridotta. Diverse scuole svolgono le proprie ore di educazione fisica, tutti gli studenti ricevono la divisa e in molti rimangono a praticare Judo anche senza l’intervento dei docenti. Con € 79.000 all’anno potremmo eliminare le rette per tutti, considerando la particolarità di quest’area e l’estremo bisogno di rafforzare i legami sociali, l’autostima delle persone, di diffondere modelli e valori positivi”.

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Dal 2012, con le Amministrazioni più recenti, la politica si è allontanata da qui: “In passato, in maniera trasversale in tanti hanno sostenuto attraverso progetti specifici le nostre attività. Penso al Governatore della Regione Bassolino al Sindaco Iervolino, al Ministro Meloni che sostenne tramite il Ministero che guidava un progetto rivolto ai minori affidati dal Tribunale minorile, e molti altri. Negli ultimi anni vi è stato un allontanamento forte, una mancanza di sostegno netta dalle figure politiche più in vista a livello regionale e comunale, in un territorio che invece dovrebbe essere attenzionato con grande cura. Non ci sono stati progetti sociali, ma solo richieste che chi opera come noi non può soddisfare”. Con grandi sforzi, in parte sul Tatami, in parte coi libri contabili e le iniziative pensate per far quadrare i conti, il Maestro giura che la Palestra Star Judo Club di Scampia non chiuderà.

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