Disability Pride: tutto sull’edizione di Taranto

Lo scorso 25 giugno è andato in scena il Disability Pride di Taranto. Come è ormai noto, si tratta di una manifestazione organizzata dall’Associazione Dis-Education, guidata dal presidente Marco D’Andria, che mira a riempire le strade delle città ospitanti l’evento con colori, volti e voci; l’obiettivo è favorire l’inclusione e sensibilizzare il più possibile sul tema disabilità.

Anche OPES ha partecipato al Disability Pride di Taranto

Era presente anche il responsabile del Settore Sport Acquatici Senza barriere di OPES, Paolo Laganaro, che ha non solo partecipato all’organizzazione, ma ha anche portato sul palco un importante contributo. Durante il proprio intervento, Laganaro – Dottore in scienze motorie e formatore di sport accessibile – ha riferito: “Lo sport è parte dei processi evolutivi, educativi ed anche riabilitativi delle persone, dobbiamo collaborare affinché le realtà sportive territoriali possano includere tutti. La formazione di qualità è alla base, infatti già da settembre partiranno dei progetti in questa direzione”.

Un percorso realizzato ad hoc per rendere l’esperienza inclusiva e accessibile a tutti

L’organizzazione ha progettato per i partecipanti un percorso ad hoc: dal piazzale antistante l’Arsenale Militare di Taranto, il corteo ha attraversato tutte le strade della città, rendendo l’esperienza inclusiva e accessibile a tutti. In proposito, segnaliamo che è stata realizzata una piantina del percorso sulla quale erano indicati i locali con accessi facilitati in tutta la zona.

Alla manifestazione hanno inoltre preso parte numerosi artisti e tante sono state le testimonianze di professionisti, educatori, tecnici, genitori ed atleti paraolimpici.

L’Associazione Dis-Education, attraverso le proprie pagine social, ha espresso gratitudine nei confronti della città di pugliese, dichiarando: “Il centro di Taranto ha dato il meglio di sé, colorandosi e offrendo la migliore accoglienza come sua vocazione. Eravamo tanti, non ci conoscevamo ma era come se fossimo già stati insieme, dalla stessa parte e sapevamo che con noi c’erano tanti altri… Nei momenti di silenzio sembrava gridassimo tutti lo stesso messaggio: vogliamo un mondo diverso e felice, vogliamo tutto il necessario per dare dignità e valorizzare la vita di ognuno”.

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