“Non Solo Assistenza”, che esempio dalla Coppa Amicizia di Football Sala

Se ci sono partite da ricordare e se esistono giornate che meritano di essere raccontate, allora queste sono quelle in cui lo sport è capace di lasciare in eredità piccole ma significative vittorie che vanno oltre i semplici punteggi. Quanto accaduto venerdì 5 luglio al Palasport Novarello di Granozzo con Monticello (NO) rientra proprio in questo incipit. All’interno dell’impianto del Villaggio Azzurro di via Dante Graziosi, infatti, è andata in scena la Coppa Amicizia, un triangolare di football sala che ha esaltato i valori dello sport e che ha permesso ad atleti normodotati e con disabilità di giocare insieme. Alla manifestazione sportiva, organizzata dalla FIFS, promossa da OPES ed inserita all’interno del ricco programma di attività e di eventi che caratterizzano il progetto “Non Solo Assistenza – Realizzazione di una rete di sostegno per la disabilità”, hanno partecipato la Nazionale italiana di Football Sala Categoria OPEN (diversamente abili), il Nike Team e il Team Neos Air. Sul rettangolo di gioco l’hanno spuntata i ragazzi della Neos Air che hanno vinto entrambe le partite (6-4 alla Nazionale FIFS OPEN e 6-2 al Nike Team, mentre nell’altra sfida della Coppa Amicizia gli azzurri della FIFS hanno battuto il NIKE Team con il punteggio di 3-1). La serata, anche se sarebbe opportuno chiamarla con il termine “festa”, è proseguita con un momento conviviale svoltosi all’interno del ristorante del centro sportivo. Le tre formazioni hanno cenato insieme ed hanno assistito alla cerimonia di premiazione.

Al di là dei goal, delle pregevoli giocate e della competitività, è giusto segnalare come la Coppa Amicizia abbia esaltato lo spirito aggregativo ed inclusivo dello sport. Si tratta di un modello replicabile che, grazie al progetto promosso da OPES, potrebbe essere riproposto in altre città. “Non Solo Assistenza”, infatti, creando un rete di sostegno alla disabilità e puntando moltissimo sullo sport, cercherà di aumentare l’offerta di spazi aggregativi che consentano a ragazzi e ragazze con disabilità di svolgere delle attività ludico-motorie, magari insieme ad atleti normodotati. Le ricadute dal punto di vista sociale e del benessere psico-fisico sono facilmente immaginabili.


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