OPES e FIRL insieme per la promozione del rugby a 13

Che sia a 15 o a 13 fa poca differenza: il mondo della palla ovale nel nostro Paese è in continua crescita. In attesa di qualche grande exploit degli azzurri al Sei Nazioni, sempre più persone si fanno travolgere dal gioco del rugby ed apprezzano lo spirito di uno sport che ha un codice comportamentale ed un’etica senza eguali. Valori come lealtà, fair-play, sacrificio, gioco di squadra, rispetto, amicizia, coraggio, altruismo e determinazione vengono esaltati sia dai protagonisti che corrono sul rettangolo di gioco con l’intento di realizzare una meta sia dai sostenitori che siedono sugli spalti. Lo sviluppo di un movimento, però, non si può basare soltanto sulle imprese sportive e su principi che costituiscono le fondamenta del gioco, ma necessita di organizzazioni ben strutturate che lo sappiano valorizzare attraverso delle linee guida programmatiche ed una pianificazione meticolosa delle attività. In questo senso, anche il settore rugby di OPES sta contribuendo all’espansione e alla diffusione dello sport nato in Gran Bretagna.

 

Lo scorso sabato 4 gennaio una delegazione di OPES, composta dai referenti Marco Cavicchia e Patrizio Papaleo, si è recata al Payanini Sport Center di Verona per partecipare alla consueta assemblea generale della FIRL, associazione sportiva che si occupa dello sviluppo e della promozione del rugby a 13. Al termine dei lavori, che hanno riguardato in modo particolare lo stato di salute della palla ovale praticata da 13 atleti e la condivisione degli obiettivi da raggiungere al termine dei prossimi 18 mesi, i rappresentanti del nostro Ente di Promozione Sportiva hanno consegnato al board dell’Associazione una targa per sancire la rinnovata collaborazione e per celebrare l’impegno profuso da tutti i dirigenti della FIRL nella valorizzazione del gioco del rugby.

 

Il settore nazionale della palla ovale di OPES e FIRL, uniti da una stessa visione progettuale, si impegnano a realizzare programmi sportivi su tutto il territorio nazionale, in modo particolare nell’Italia centrale e meridionale, e ad avviare percorsi formativi e di aggiornamento per tecnici e dirigenti con l’obiettivo di migliorare la qualità del movimento.

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