Il Primo Trofeo Nazionale di ju jitsu di OPES: 200 atleti accorsi da tutta Italia per partecipare all’iniziativa

Alcune settimane fa, vi avevamo anticipato che questo dicembre, precisamente durante il weekend del 10 e dell’11, sarebbe andato in scena un evento incredibile per il settore del ju jitsu di OPES, realizzato in collaborazione con il C. S. R. Ju Jitsu Cento: il primo Trofeo Nazionale. La sede designata per la competizione? Campolongo Maggiore, in provincia di Padova. La palestra di Liettoli ha ospitato centinaia di atleti provenienti da tutta Italia. Una manifestazione sportiva che ha evidenziato l’eccellenza del settore guidato da Luciano Mazzà.

Primo Trofeo Nazionale di ju jitsu targato OPES: un successo all’insegna dello sport e dell’inclusione

Le aspettative erano alte, così come era tantissima la voglia di vedere gli atleti sfidarsi sul tatami. Ebbene, adesso possiamo dirlo: è stato un successo su tutta la linea. 200 sono le atlete e gli atleti, provenienti da ogni angolo della Penisola, che hanno animato l’iniziativa. Oltre 80, invece, i tecnici, gli arbitri, i presidenti di giuria, e gli operatori del servizio d’ordine e logistico di OPES che hanno reso possibile lo svolgersi della competizione.

Ma quali sono le categorie in cui i fighters si sono dati battaglia? È presto detto: Under 12 (nati negli anni 2013-2012), U14 (2011-2010), U16 (2009-2008), U18 (2007-2006), U21 (2005-2004-2003), Adults (dal 2005), Masters 1 (atleti nati tra il 1986 ed il 1982), Masters 2 (1981-1977), Masters 3 (1976-1972) e Masters4 (1971-1957).

C’è di più. l’evento si è svolto interamente nel segno dell’inclusione; questo grazie alla partecipazione degli atleti del parajujitsu che hanno dato vita a una competizione coinvolgente ed emozionante. Una testimonianza di come l’arte marziale del ju jitsu, nella sua interpretazione sportiva, vada a unire i valori più alti dello sport.

Con questa iniziativa è stato dimostrato, ancora una volta, come lo sport possa unire e garantire ai giovani la possibilità di crescere affrontando le sfide con la giusta fame agonistica, ma anche e soprattutto esercitando un atteggiamento morale fondamentale nella vita come nello sport: il rispetto.

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